La ragazzina è stata derisa dai suoi compagni per il suo aspetto fisico: i bulli non svolgeranno nemmeno i lavori socialmente utili.
Anziché essere puniti per aver bullizzato la loro compagna per un anno intero, il gruppo di ragazzini di scuola media sono stati promossi a pieni voti. E’ quanto accaduto nella provincia di Latina, dove la ragazzina è stata vittima di umiliazioni pubbliche.
Il caso di bullismo
“Se muori è lo stesso”, “Se non hai amici, fatti una domanda”, “Per quanto sei grossa non passi dalla porta”. Erano queste le vessazioni psicologiche da parte di tre bulli, di cui la ragazzina di 13 anni è stata vittima per un intero anno scolastico.
Il gruppo di ragazzini avrebbero creato anche un gruppo su WhatsApp, chiamato “Ebola”, come il suo terribile soprannome, per deridere la loro compagna di classe. Così la minorenne ha cominciato a isolarsi e arrivare dopo a scuola, solo per evitare di incontrare i tre bulli.
L’inchiesta archiviata
Solo dopo svariato tempo la 13enne è riuscita a parlarne con la famiglia, che è intervenuta denunciando il fatto. Tuttavia, nonostante un’indagine giudiziaria aperta per istigazione al suicidio e stalking, il gruppo di adolescenti ha comunque superato l’ultimo anno delle scuole medie con ottimi voti. L’unico punto a sfavore, per loro, è stato un 6 in condotta.
L’inchiesta si è chiusa con l’archiviazione legata alla giovane età dei ragazzi, tutti al di sotto dei 14 anni e, quindi, non imputabili. Dopo la richiesta della Procura dei Minori di Roma, ora l’ultima parola spetta al Gip.
In casi come questi, gli studenti vengono sottoposti almeno ad un percorso volontario, mirato per riportarli in una dimensione di correttezza e rispetto. Ma i genitori dei ragazzi hanno espressamente rifiutato il percorso di “giustizia riparativa”.